Che cos’è il cannabidiolo, solitamente noto come CBD, nella marijuana legale? Quali sono le conseguenze? Cosa lo rende legale? Questo articolo fornisce le risposte a queste e ad altre domande.

 

La legalizzazione della cannabis è un tema caldo, e il motivo è la liberalizzazione della vendita della cannabis, in particolare della canapa industriale, in Italia. Cerchiamo quindi di capire perché è legale e come funzionano le norme che ne controllano il mercato in altre aree del mondo.

 

Intanto, partiamo da una definizione: l’erba legale è la cannabis con una concentrazione del componente attivo THC inferiore allo 0,2%. In realtà, bisogna prima capire che è la presenza dell’ingrediente psicoattivo THC a essere illegale, non la cannabis in sé.

 

Innanzitutto, definiamo il cannabidiolo, talvolta noto come CBD.

 

Il CBD, comunemente noto come cannabidiolo, è un composto non psicoattivo presente nella cannabis sativa che non influisce sui processi psicologici della persona che lo ingerisce.

 

È uno degli oltre 80 cannabinoidi isolati dalla canapa, il secondo per quantità, e, come gli altri, è completamente naturale, insolubile in acqua e a temperatura ambiente.

 

Il cannabidiolo presente nella pianta legale ha guadagnato popolarità negli ultimi anni per i suoi effetti benefici: è in grado di interagire con le cellule recettoriali del sistema nervoso umano. Ha proprietà anticonvulsivanti, antidistoniche, antiossidanti e antinfiammatorie. Inoltre, favorisce il sonno e allevia l’ansia e il terrore. È stato anche dimostrato che il CBD abbassa la pressione intraoculare ed è un promettente antipsicotico atipico, ma questi sono solo alcuni dei benefici del CBD. Secondo gli studi più recenti, potrebbe essere utilizzato anche per trattare malattie demielinizzanti e, secondo uno studio del 2007, il cancro al seno.

 

Il CBD è quindi una buona scelta per la ricerca medica, soprattutto per le sue caratteristiche non psicoattive. Inoltre, rispetto al suo “antagonista” THC, come vedremo in seguito, il cannabidiolo contribuisce a mitigare l’effetto psicotropo di quest’ultimo grazie alla sua caratteristica antipsicotica.

 

La distinzione tra THC e CBD

 

THC è l’abbreviazione di tetraidrocannabinolo, mentre CBD è l’abbreviazione di cannabidiolo. Il THC e il CBD sono due delle sostanze chimiche più importanti presenti nelle piante di canapa (cannabis). Sono loro a ricevere la maggior parte degli effetti della somministrazione di cannabis.

 

La marijuana è ora legale.

Quando si parla di cannabis e di effetti psicotropi, si intendono generalmente questi due componenti e le loro interazioni con i recettori del corpo umano. I recettori in questione sono due: CB1 (che approfondiremo) e CB2. I primi sono concentrati soprattutto nel cervello e nel sistema nervoso centrale, mentre i secondi sono distribuiti nel sistema linfatico e nel tratto gastrointestinale.

 

Per una risposta più approfondita, consigliamo di leggere questo articolo su THC e CBD.

 

Il THC è il principale componente psicoattivo della cannabis ed è quindi vietato. La concentrazione percentuale di THC nella cannabis, così come il rapporto tra THC e CBD, ne caratterizzano la potenza. Promuove l’euforia, oltre a cambiamenti comportamentali, di umore e sensoriali.

 

È anche simile all’anandamide, un neurotrasmettitore creato naturalmente dal nostro corpo e soprannominato “la molecola della beatitudine”. Secondo alcuni studi sugli animali, quest’ultima può stimolare la fame e aumentare il piacere associato al consumo di cibo. Tuttavia, l’anandamide ha anche un ruolo nella memoria, nella motivazione e nel dolore.

 

La legislazione sulla canapa

In realtà, la cannabis light o erba legale è disponibile per l’acquisto in Italia in negozi e su siti che vendono CBD Online da quasi 10 anni ormai. Cioè da quando è stata regolamentata la coltivazione industriale della cannabis contenente cannabidiolo. Tuttavia, riconosciamo che la questione in questione è molto intricata e intrecciata, con molta disinformazione.

 

Possiamo riassumere il problema notando che la legislazione sul consumo di cannabis assume posizioni “bianche o nere”. Mentre la marijuana è ora legale anche per uso ricreativo in alcune nazioni, come la California dopo una campagna di legalizzazione, è ancora illegale in altre.

 

Perché la cannabis light è legale?

Il termine cannabis lite, comunemente noto come marijuana legale, si riferisce alla cannabis con una concentrazione del componente attivo THC inferiore allo 0,2%.

 

C-226-4 Cannabis sativa

Dal 1990, anno in cui la coltivazione industriale della cannabis è stata regolamentata, la vendita di cannabis light o canapa legale è stata autorizzata in Italia. In particolare, il controllo della canapa italiana è stato riconosciuto solo di recente con l’approvazione della legge sulla canapa n. 242 il 2 dicembre 2016.

 

Questa legge ha anche stabilito un “cuscinetto” di esenzioni di responsabilità per i coltivatori. Infatti, il coltivatore non è perseguibile con l’accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti nel caso in cui, al momento dell’ispezione, i risultati del controllo rivelino un contenuto di THC superiore allo 0,2% ma inferiore allo 0,6%.

 

Posso coltivare cannabis sativa per ottenere CBD legale?

La risposta è no, nonostante la coltivazione della canapa sia consentita in Italia per la bonifica dei terreni inquinati. La legge sulla canapa industriale impone a chi la coltiva di rispettare i seguenti requisiti:

 

La varietà di canapa piantata deve essere iscritta al Catalogo Europeo delle Sementi. Solo alcune varietà di cannabis sono iscritte in tale catalogo. Solo quelle che, a seguito di una procedura regolamentata dall’UE, hanno dimostrato di avere un contenuto di THC inferiore allo 0,2%.

Avere la fattura di acquisto del seme (con l’indicazione della varietà e del lotto) e il cartellino che attesta che si tratta di una varietà certificata e registrata. Il cartellino viene rilasciato dall’Istituto pubblico incaricato dallo Stato in cui il seme è stato prodotto. Il cartellino deve essere conservato in modo da poter essere esibito durante eventuali ispezioni da parte delle forze dell’ordine.

Al momento dell’emergenza delle piantine, la notifica deve essere fatta alla stazione di polizia più vicina e solo a quella. In particolare, la notifica deve essere fatta alla stazione delle forze dell’ordine che ha giurisdizione sul terreno in cui si trova la coltivazione.

CBD legale: l’ipocrisia della legge italiana sulla cannabis legale

 

La cannabis legale può essere venduta perché rientra nella classificazione dei prodotti per “uso tecnico”. Infatti, è identificata anche da diciture come uso esterno o non fumabile non vaporizzabile.

La denominazione “uso tecnico” significa che quel prodotto NON è adatto a essere somministrato all’uomo, perché non deve rispettare i limiti di sicurezza rispetto alla stessa materia prima di grado alimentare o farmaceutico; inoltre può contenere contaminanti o sostanze potenzialmente pericolose; infine non deve essere puro.

Pertanto, l’erba legale non può avere alcuna indicazione terapeutica o indicazione sulla salute. Tuttavia, essendo per uso tecnico, tutte le parti della pianta possono essere vendute. Per questo motivo è possibile trovare un prodotto a base di infiorescenze, semi e foglie.

 

Qual è dunque il regolamento che disciplina la vendita delle varie parti della canapa?

Questa normativa semplicemente non esiste.

Le infiorescenze di canapa legale non rientrano nella definizione: “per uso alimentare”, “integratore” e “uso terapeutico”. Per questi motivi, non devono seguire le norme che regolano queste classificazioni di prodotti.

 

Questo spiega perché le confezioni di canapa legale riportano informazioni diverse, a volte mancanti, rispetto ad altre confezioni di aziende diverse. E spiega come sia possibile che alcune varietà di canapa non riportino nemmeno la concentrazione di THC dell’infiorescenza: non c’è alcun obbligo.

Dopo tutti questi doverosi chiarimenti, quindi, l’escamotage adottato per poter vendere tranquillamente la cannabis legale è quello di spacciarla come “oggetto da collezione”.

 

Tuttavia, è bene ricordare che l’uso della marijuana a scopo ricreativo, anche dell’erba legale quindi, è vietato a tutti i livelli della legge italiana. Pertanto, il consiglio che vi diamo per non incorrere in sanzioni è di tenerla all’interno della propria confezione. Fatelo fino a quando non sarete arrivati a casa e solo allora potrete consumarla, se lo desiderate. Ma fatelo solo all’interno della vostra casa. In sostanza, vale il vecchio proverbio: “Occhio non vede, cuore non duole”

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