Sei interessato alla coltivazione di cannabis legale, ma non sai come comportarti in merito? Ti trovi in nutrita compagnia, visto il grande successo di hemp shop e grow shop aperti in Italia da circa 6 anni a questa parte.
Nel nostro Paese, infatti, abbiamo una normativa riguardo la produzione e l’uso della marijuana, ma in qualche punto risulta abbastanza fumosa e di difficile comprensione. E alcuni di essi riguardano proprio la possibilità di tenere qualche piantina in casa.
Ad ogni modo, oltre alle disposizioni di legge abbiamo delle sentenze provenienti dalla Corte di Cassazione, che ti possono aiutare a fare chiarezza sull’argomento. Per approfondire il tema, ti invitiamo a proseguire nella lettura.
Coltivazione di cannabis legale in Italia, quando è possibile?
La risposta è: dipende dalle finalità e dai quantitativi di principio attivo drogante. Coltivare canapa indiana in Italia è permesso dalla legge 242 del 2 dicembre del 2016, a patto che sia destinata all’uso industriale o, entro certi limiti, a scopo ludico-ricreativo.
Nell’eventualità di ritrovamento di piantine all’interno di un appartamento, di una serra o di un lotto di terreno privato, infatti, devi dimostrare che la cannabis è lì per utilizzo personale esclusivo. In altri termini, non può essere destinata né allo spaccio né alla consegna a terze persone, neppure a titolo gratuito.
Per evitare problemi da un punto di vista giuridico, poi, il dosaggio di sostanze psicotrope non deve superare i 500 mg. “Sono in ogni caso già presenti diversi shop online di vendita di erba legale con un contenuto di thc inferiore allo 0,5% nei quali acquistare in piena sicurezza e con la massima discrezione.”
Quanto al settore terapeutico, il via libera ufficiale alla marijuana risale al 2006 e fa capo al Testo Unico sulle droghe del 1990. Per attuare e gestire l’intera filiera produttiva è necessaria un’autorizzazione da parte dello Stato e l’unica a possederla è lo Stabilimento Chimico-Farmaceutico Militare, sito in Firenze.
Marijuana legale, ecco come prevenire conseguenze penali
Il vero problema legato alla canapa è l’impossibilità di stabilire a priori il dosaggio di thc (tetraidrocannabinolo), soprattutto in presenza di piantine. Per i preparati come oli, tisane ed erba sfusa presenti negli hemp shop, invece, il dubbio non si pone: il controllo viene fatto prima dell’immissione sul mercato, con percentuali riportate in etichetta.
Pertanto, il compito di stabilire se il ritrovamento della marijuana sia legato a un utilizzo personale è affidato al giudice, che farà le dovute valutazioni caso per caso. Ma esistono alcuni elementi per non incorrere in reati penali e sono:
- rispetto dei valori soglia di sostanze stupefacenti
- assenza di un sistema di impacchettamento.
Tradotto in numeri, in genere è ammessa la detenzione di 3 piante pro-capite. Ma contrariamente all’opinione comune, non si tratta di un limite valido a priori, bensì frutto di statistiche. A dire il vero, i dosaggi di thc dipendono molto dal metodo di coltivazione della cannabis, che ne determinano la sua capacità drogante.
Canapa indiana, le sanzioni previste per il superamento dei limiti
Come avrai potuto notare, la legge ammette la coltivazione della cannabis a certe condizioni. Pertanto non è penalmente punibile, se ciò avviene entro i limiti consentiti dalla legge. Ma cosa succede in caso di violazione della norma?
Nell’eventualità di superamento dei valori soglia o in presenza di un sistema di porzionamento (bustine, bilancino di precisione, etc…), è previsto il pagamento di una sanzione da 26000 € a 260000 €, nonché la reclusione in carcere da 6 a 20 anni.
Tuttavia, la pena può diminuire se si decide di collaborare o per rinvenimenti di piccole quantità che eccedono la dose massima. In tale scenario, il periodo di reclusione va da 6 mesi a 4 anni, mentre l’ammontare della multa oscilla tra i 1032 € e i 10329 €. Inoltre è possibile applicare anche le seguenti sanzioni amministrative, tra cui la sospensione da 1 mese a 1 anno di:
- porto d’armi
- patente
- passaporto
- permesso di soggiorno ad uso turistico.
Quanto alla detenzione illecita di marijuana non si esclude l’invito a seguire un programma terapeutico, per comportamenti recidivi o quantitativi di stupefacenti elevati. Il nostro consiglio è, quindi, quello di prediligere punti vendita autorizzati per l’acquisto di piantine di canapa e derivati.